Pane con semolato “Senatore Cappelli”

Ingredienti per una pagnotta di circa 900 g:
500 g di semolato di grano duro varietà Cappelli
150 g di Pasta madre rinfrescata
300 ml di acqua
1 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale

Esecuzione:
Mettere nell’impastatrice la pasta madre rinfrescata il giorno prima e scioglierla con una parte dell’acqua. Aggiungere il semolato dopo averlo setacciato, il cucchiaino di zucchero poi versare poco alla volta la restante acqua.
Quando il panetto risulta ben incordato, aggiungere il cucchiaio di olio evo ed il sale e proseguire sino ad avere un impasto liscio ed omogeneo che andrà versato sulla spianatoia e lavorato un po’ con le mani per dargli una forma rotondeggiante.
Porlo su una teglia da forno rivestita di carta ed infarinata, praticare sulla superficie un taglio a croce, coprirlo con un canovaccio e porlo a lievitare in luogo riparato per 4/5 ore.
Preriscaldare il forno a 250° inserendo sul fondo un pentolino di acqua, infornare il pane e, dopo 5 minuti, abbassare a 200° proseguendo la cottura per circa 40 minuti. Negli ultimi 15 minuti di cottura togliere il pane dalla teglia e porlo direttamente sulla griglia del forno.
A cottura ultimata spegnere e aspettare 5 minuti prima di estrarlo e farlo raffreddare su una griglia.

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LA BÛRSA DI ZUCARÉN – LA BORSA DEGLI ZUCCHERINI

Pochi ormai sanno cosa fosse “la borsa degli zuccherini” ed ancora meno sono coloro che la potrebbero riconoscere in questo oggetto ingiallito dal trascorrere del tempo. Eppure in passato non vi era futura sposina che non ne preparasse una per il giorno del matrimonio e, più era abile nel ricamo, più bella era la borsa.
Un tempo i confetti erano costosi e riservati alle persone abbienti, sull’Appennino bolognese, in occasione dei matrimoni, ma anche di Cresime e Prime comunioni, si preparavano gli zuccherini montanari che venivano posti in sacchetti di stoffa e distribuiti dalla neo sposa sul sagrato della chiesa ad amici e parenti che avevano assistito al matrimonio.
La bûrsa di zucarén fotografata qui accanto proviene dalla zona di Sasso Marconi, risale agli anni trenta ed ha contenuto gli:

ZUCCHERINI MONTANARI
DELLE VALLI DEL SETTA E DEL RENO

Ingredienti per circa 60 zuccherini:
10 uova
1 kg di farina
100 g di olio di semi di mais o arachide (in alternativa olio evo)
2 cucchiai di semi di anice
1 cucchiaino di sale fino
Per candire 500 g di zuccherini già cotti:
250 (300) gr di zucchero
1 bicchierino da caffè di acqua
1 bicchierino da caffè di Sassolino o di liquore all’anice

Esecuzione:
Amalgamare la farina, le uova e l’olio sino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungere i semi di anice e continuare ad impastare sino ad avere un impasto leggermente più tenero della sfoglia.
Ricavare dei cilindretti di 2 – 3 cm di diametro e di lunghezza variabile tra i 10 e i 25 centimetri. Appiattirli ed unirli ripiegando poi all’indietro il bordo superiore così da ottenere una piccola ciambella di circa 4 -8 cm di diametro.
Si può anche unire il cilindro di pasta senza appiattirlo, poi tagliarlo tutt’attorno con le forbici. Cuocere a 200° – 220°,  per circa 15′-20′.

Incanditura:
In un largo recipiente, possibilmente di rame, porre lo zucchero, il liquore all’anice e l’acqua e far cuocere sino a quando il composto farà il filo o la schiuma bianca. A questo punto mettere gli zuccherini e scuotere il tegame sino a quando lo zucchero non si è tutto attaccato. ( Un tempo questa operazione toccava agli uomini di casa perché occorre una certa forza per far volare in alto gli zuccherini e farli ricadere nel tegame). Farli raffreddare ed asciugare su una griglia.
Se gli zuccherini sono molti conviene dividerli ed incandirli in più volte.

Castagnaccio toscano

Questa ricetta è tratta dal libro di Beppe Bigazzi “Osti custodi”.
Di questo dolce ve ne sono innumerevoli versioni e io stessa ne conosco parecchie, però, conoscendo la fama dell’autore e la sua continua ricerca del “buono” e del “genuino”, ho voluto provarla.
Si tratta della versione ricca, della festa; in Toscana esiste anche una ricetta “povera”, comune a molte regioni italiane, i cui unici ingredienti sono farina, acqua, sale, un po’ di olio e rosmarino.

castagnaccio toscano foto

Ingredienti:
300 g di farina di castagne macinata a pietra
40 g di pinoli
40 g di noci (9/10)
70 g di uvetta
rosmarino
olio extravergine di oliva
1 pizzico di sale
acqua (400/450 ml)

Esecuzione:
Setacciare la farina e impastarla con l’acqua in una zuppiera. Aggiungere quindi l’olio extra vergine di oliva (io 1 cucchiaio), il sale e l’uvetta precedentemente fatta rinvenire nell’acqua tiepida. Amalgamare il tutto avendo cura di non formare grumi.
Ungere con un filo di olio una teglia da forno (ho usato una con cerchio apribile) versare l’impasto e distribuire sulla superficie le noci sgusciate e divise in 4; aggiungere anche i pinoli e gli aghi di rosmarino, facendo attenzione che l’uvetta sia ben ricoperta dall’impasto.
Passare un filo di olio, infornare a 180°C e far cuocere per mezz’ora.
Il castagnaccio è pronto quando la superficie diventa screpolata.
Gustarlo tiepido. (noi preferiamo gustarlo freddo)

Crostata di patate per Pasquetta

Per il giorno di Pasquetta è d’obbligo preparare torte salate idonee ad essere consumate durante il picnic insieme ad uova sode e salumi vari.
Quest’anno tutti a casa, niente scampagnate o gita fuori porta con amici e parenti, ma nulla vieta di preparare una torta salata da consumare in famiglia.
Con questa semplice e facile ricetta, cucinata con ingredienti reperibili in tutte le dispense ho voluto rispettare la tradizione.

crostata patate foto

Ingredienti per una tortiera da 24 cm:
Per la frolla all’olio:
250 g di farina 00
60 g di olio evo
80/100 ml di acqua (dipende dalla frana)
1 cucchiaino di sale
Per il ripieno:
300 g di patate già cotte
100 g circa di tonno in scatola
80 g di formaggio spalmabile
2 cucchiai di Parmigiano
20 olive nere denocciolate
1 uovo
sale pepe noce moscata

Esecuzione:
Versare la farina a fontana sulla spianatoia o in una ciotola capiente, formare un buco al centro e versare l’olio ed il cucchiaino di sale. Impastare incorporando poco alla volta l’acqua sino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo che dovrà essere avvolto in pellicola e posto in frigorifero per almeno un’ora.
Nel frattempo cuocere le patate, ridurle in purè e, finché sono calde aggiungere il formaggio spalmabile per amalgamarlo bene.
Scolare il tonno dall’olio e, senza sbriciolarlo troppo aggiungerlo alle patate insieme al Parmigiano grattugiato e alle olive spezzettate tenendone da parte alcune per guarnire la superficie. Salare, pepare, grattugiare un po’ di noce moscata.
In una ciotola sbattere con una forchetta l’uovo poi aggiungerlo all’impasto.
Amalgamare bene il tutto.
Rivestire la tortiera con carta forno, adagiarvi l’impasto dopo averlo steso con il mattarello, versare il ripieno pareggiandolo con una spatola e cuocerlo in forno a 180° per circa 45 minuti.

Fiordipera – Torta con pere e mele

Fiordipera foto

Ingredienti per una teglia da 24 cm:
250 g di farina per dolci
100 g di zucchero
160 ml di acqua circa
115 ml di olio di semi di mais
1 bustina di lievito per dolci
1 mela grossa
1 pera soda
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 pizzico di sale

Esecuzione:
In una ciotola capiente miscelare lo zucchero, l’olio, l’acqua ed il pizzico di sale.
Setacciare insieme la farina, il lievito e la cannella poi aggiungerli alla miscela precedentemente preparata insieme alla mela sbucciata e tagliata a cubetti.
Imburrare ed infarinare uno stampo o rivestirlo di carta da forno, versarvi il composto, decorare con la pera tagliata a fette sottili ed infornare a 180° per 40/50 minuti.

Strudel con mele cotogne

strudel cotogne foto

Questo strudel si differenzia da quello classico solo per il fatto che le mele sono state sostituite dalle cotogne che ho raccolto in abbondanza in autunno.

Ingredienti:
Per la pasta:
250 g di farina 0
1 uovo
50 g di burro
40/50 ml di acqua tiepida
1 pizzico di sale
Per il ripieno:
4 mele cotogne
4 cucchiai di zucchero
50 g di uvetta
Rum qb
1 noce di burro
½ cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaio di pangrattato
un po’ di zucchero per spolverizzare

Esecuzione:
Sbucciare le mele cotogne, tagliarle a dadini, metterle in un contenitore idoneo al microonde, spolverizzarle con lo zucchero e cuocerle per pochi minuti per ammorbidirle un po’. Nel frattempo mettere a bagno nel Rum (o in acqua) l’uvetta per 10 minuti.
Scolarla, versarla in una padella antiaderente insieme alle cotogne, ai pinoli e scottare il tutto con una noce di burro facendo attenzione a non cuocere troppo le cotogne.
Lasciare raffreddare il ripieno e nel frattempo preparare la pasta.
Amalgamare con cura, con l’impastatrice o in una ciotola, 250 g di farina 0, l’uovo, l’acqua, il burro a temperatura ambiente, ed un pizzico di sale fino ad ottenere un impasto morbido, ma non appiccicoso, simile alla pasta per la pizza.
Stendere l’impasto con un mattarello, per renderlo molto sottile dandogli una forma rettangolare e spolverizzarlo con il pangrattato. L’uso di un tappeto di silicone può essere utile per ad arrotolare la pasta al momento di formare lo strudel.
Disporre il composto sulla pasta dopo aver aggiunto la cannella, ripiegare verso l’interno i bordi superiore ed inferiore per alcuni centimetri ed arrotolare chiudendo con cura il lembo superiore. Spolverizzare con un po’ di zucchero semolato, infornare a 200° e cuocere per 15/20 minuti.

Torta matta con confettura di fichi

Capita, a volte, che una rimanenza di confettura, non più sufficiente per una crostata, resti inutilizzata nel frigorifero. Con un po’ di fantasia e gli ingredienti a disposizione è possibile preparare un dolce certamente non adatto ad un pranzo con ospiti, tuttavia buono per una prima colazione o una merenda.
Questa torta non è impazzita, l’ho definita “matta” perché senza uova e, soprattutto senza lievito sostituito dal bicarbonato attivato dall’aceto.

Torta matta foto

Ingredienti per una tortiera da 24 cm:
230 g di farina 0
180 g di zucchero
1 pizzico di sale
1 cucchiaino da caffè di bicarbonato di sodio
80 ml di olio di mais
180 ml di acqua
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
confettura di fichi casalinga o altra a piacere

Esecuzione:
In una ciotola setacciare la farina con il bicarbonato, aggiungere il pizzico di sale e lo zucchero poi miscelare bene gli ingredienti.
Fare tre buchi nelle polveri, in uno versare l’olio, nell’altro il cucchiaio di aceto, infine nel terzo l’acqua tenendone un po’ da parte da aggiungere in seguito se occorre.
Mescolare velocemente con una spatola di silicone poi versare il tutto in una teglia rivestita di carta forno.
Aggiungere la confettura di fichi a cucchiaiate distribuendola a ciuffi irregolari sulla superficie avendo cura di lasciare parte dell’impasto scoperto.
Infornare a 180° per 30 – 40 minuti o sino a cottura della pasta.
Lasciare intiepidire su una gratella prima di sformare perché altrimenti, si rompe.

Il mio Sassolino

Nel 1804 lo svizzero Bazzingher, trasferitosi a Sassuolo, cittadina in provincia di Modena, distillando l’anice stellato, ottenne un liquore dal marcato sapore di anice che ebbe subito grande successo. Nel corso degli anni la distilleria passò di mano sino a giungere alla famiglia Stampa che, dal luogo di produzione, diede al liquore il nome di Sassolino con cui oggi è conosciuto. Utilizzato spesso nei dolci modenesi ma anche bolognesi, non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di provare a riprodurlo, infatti, pur essendo la formula segreta, soprattutto per quanto riguarda il dosaggio, gli ingredienti sono dichiaratiAcquistata una bottiglia del vero Sassolino per carpirne almeno in parte la composizione, dopo qualche tentativo ho ottenuto un liquore dal sapore molto simile all’originale che ora utilizzo per aromatizzare alcuni dolci regionali. Ed ecco qua la bottiglia originale e la mia copia.

liquore sassolino foto

Ingredienti:
½ litro di alcool a 95°
½ litro di acqua
600 g di zucchero
15 g di anice stellato
4 g di semi di finocchio

sassolino2 foto

Esecuzione:
Spezzettare l’anice stellato e porlo a macerare nell’alcool in un contenitore di vetro a chiusura ermetica insieme ai semi di finocchio.
Riporlo al buio e in un luogo fresco per almeno 3 settimane e, durante la prima, scuoterlo tutti i giorni.
Trascorso il tempo preparare uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero, portarlo a ebollizione, lasciarlo raffreddare e riposare.
Il giorno successivo versare lo sciroppo nel vaso contenente il macerato; lasciare riposare altre 24 ore prima di filtrare il tutto ed imbottigliarlo.

Le mie Mantovanine

La Mantovana, come si desume dal nome, è un pane tipico di Mantova e provincia caratteristico per il taglio che, in cottura, lo fa aprire.
Viene preparato con farina di grano tenero ed una scarsa idratazione che lo rende secco mentre la presenza di strutto gli dona croccantezza. Ho usato il diminutivo nel titolo di questa ricetta perché, per mia comodità, ho confezionato panini più piccoli di quelli che normalmente si acquistano dal fornaio.

Ingredienti per 8 panini:
400 g di farina 00
100 g di Manitoba
1 bustina di lievito di birra
230 ml di acqua circa
1 cucchiaio di strutto freschissimo
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale

Esecuzione:
Setacciare insieme le due farine, versarle nella planetaria, aggiungere il lievito liofilizzato, il miele, l’acqua tenendone da parte un po’ da aggiungere se occorre, e iniziare ad impastare. Quando il panetto comincia a formarsi aggiungere lo strutto e da ultimo il sale.
L’impasto deve risultare sodo.
Versarlo sulla spianatoia, coprirlo e lasciare lievitare per almeno 30 minuti prima di tagliarlo in 8 pezzi.
Con l’aiuto del mattarello tirare ogni pezzo sino ad ottenere una striscia lunga e stretta che va arrotolata cercando di fare uscire poco l’impasto ai lati.
Disporre le Mantovanine su una teglia e porle in forno appena intiepidito lasciandole lievitare per circa altri 30 minuti. Subito prima di infornare con un taglierino praticare un taglio su tutta la lunghezza.
Scaldare il forno a massimo con sul fondo un pentolino di acqua, aspettare 10 minuti prima di abbassare a 200°. Cuocere per 20/30 minuti a seconda del forno e della colorazione desiderata.

La cotognata di Petronilla

“Petronilla” è lo pseudonimo di Amalia Moretti Foggia, medico e pediatra che operava a Milano. Nel 1929 Eugenio Balzan le affidò una rubrica sulla “Domenica del Corriere”. Con lo pseudonimo di dottor Amal, pubblicò una serie di articoli in cui dava consigli di dietetica e regole per una vita sana. Piacque al pubblico perciò le venne affidata anche una rubrica che fu denominata «Tra i fornelli». Abbandonato lo pseudonimo di dottor Amal, scelse quello di Petronilla, personaggio dei fumetti del «Corriere dei Piccoli»
Le sue ricette furono poi pubblicate in vari volumi dalla Casa Editrice Sonzogno di Milano.
Come potevano non riscuotere successo, in una epoca in cui molti avevano il problema di mettere insieme il pranzo con la cena, ricette facili e per lo più economiche?
Quest’anno, avendo cotogne a disposizione in grande quantità, ho voluto mettere in pratica i suoi consigli e provare due delle sue ricette di cotognata con una unica variante: ho utilizzato il passa verdura invece del setaccio da lei consigliato.
La ricetta è di facile esecuzione e abbastanza veloce, unico appunto: per i miei gusti è troppo dolce e, avendo utilizzato vasi a chiusura ermetica, tanto zucchero non è necessario.

confettura cotogne Petronilla foto

COTOGNATA DI PETRONILLA

Mettete mele cotogne, così, quali sono, in una pentola; copritele appena d’acqua; e ponete la pentola a fuoco.
Tosto le bucce cominceranno qua e là a screpolare, togliete le mele dall’acqua; tagliatele a grossi pezzi; versate, questi, un po’ alla volta, su di un setaccio; di mano in mano setacciateli servendovi di un bicchiere; e raccoglietene la polpa in una casseruola che avrete prima pesata vuota. Setacciata tutta la polpa, ripesate la casseruola per avere così, dalla differenza fra i due pesi, quello della polpa.
Aggiungete altrettanto zucchero; mettete la casseruola a fuoco; rimescolate di continuo con cucchiaio di legno; tosto vedrete iniziarsi il bollore, guardate l’orologio; e allorché saranno trascorsi 10 minuti, invasate la vostra squisita e molliccia cotognata.

COTOGNATA SODA

cotognata soda petronilla foto

Pesate la polpa setacciata, mettetela allora e, senza zucchero, a fuoco basso; mescolatela assai spesso; e fatela così, per l’evaporar dell’acqua, alquanto rassodare. In un’altra casseruola, mettete zucchero in proporzione di gr. 70 ogni 100 di polpa; copritelo con acqua; fatelo bollire perché si muti in sciroppo; unite questo alla polpa che starà lievemente bollendo; e, sempre mescolando, lasciate ancor più rassodare la cotognata fino a che la vedrete ricadere, tutta in un pezzo, dal cucchiaio nella casseruola. Stendetela, allora, alta un dito, su di un’asse; e, prima che sia tutta rappresa, tagliatela in piccoli rettangoli.

Ho seguito il procedimento così come da lei descritto, ma, invece di tagliarla a rettangoli ho utilizzato dei tagliabiscotti.

LA MIA CONFETTURA DI COTOGNE

Ingredienti:
1 kg di mele cotogne mondate e precotte
350 g di zucchero
acqua q. b.

Esecuzione:
Mondare le mele cotogne dal torsolo e dalle parti dure lasciando però la buccia.
Metterle sul fuoco appena coperte di acqua. Quando risulteranno tenere frullatele con il frullatore ad immersione o con un mixer, pesatele e rimettetele sul fuoco insieme allo zucchero.
Mescolare spesso per evitare che la confettura si attacchi al fondo e, quando versandone alcune gocce su un piattino scorreranno molto lentamente, è pronta.
Versare la confettura ancora bollente in vasi di vetro precedentemente sterilizzati, chiudere ermeticamente  e capovolgere per 5 minuti per creare il sottovuoto.
Rigirateli, avvolgeteli in un panno e lasciateli riposare sino al giorno successivo o a completo raffreddamento.